mercoledì 28 settembre 2011

Il Dio Alieno della Bibbia

E' finalmente uscito il tanto atteso nuovo libro di Mauro Biglino "Il Dio Alieno della Bibbia", seguito dell'ormai noto "Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia".


Dalla traduzione letterale degli antichi codici ebraici

Aurore: Mauro Biglino

Editore: Uno-Infinito Editori

Lo trovi qui: http://www.unoeditori.com/ecom/article/il-dio-alieno-della-bibbia

Chi erano veramente gli angeli? Satana e Lucifero sono veramente esisti o sono una invenzione teologica?

Dopo “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia”, Mauro Biglino continua la sua ricerca per liberi pensatori con il “Dio Alieno della Bibbia”.

Questo libro che parte sempre dall’analisi dell’Antico Testamento prosegue il racconto di ciò che è stato volutamente celato o variamente interpretato per evitarne i potenziali effetti dirompenti.

Lo studioso attraverso queste pagine ci porta a formulare incredibili risposte a diversi quesiti come: Che cos’erano in realtà i Cherubini? I due racconti della creazione dell’uomo contengono riferimenti al DNA alieno e umano? Che cosa è veramente successo nell’Eden? Da dove sono giunti i Nefilìm (i giganti)?

Tutto ciò che fino ad ora credevamo di sapere potrebbe non corrispondere alla realtà…

L’autore Mauro Biglino è stato realizzatore di prodotti multimediali di carattere storico, culturale e didattico per importanti case editrici italiane e riviste. Studioso di storia delle religioni è stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, collaborazione che si è conclusa una volta iniziata la carriera da scrittore in cui porta alla luce le sorprendenti scoperte fatte in 30 anni di analisi dei cosiddetti testi sacri che da sempre sono state omesse. Da oltre 10 anni si occupa inoltre di Massoneria in quanto riconosciuta come organizzazione iniziatica e simbolica che ha avuto notevole influenza nella storia dell’occidente.

“Il Dio Alieno della Bibbia” è il suo quarto libro preceduto dal libro rivelazione “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia”, “Resurrezione Reincarnazione”, “Chiesa Romana Cattolica e Massoneria”.



venerdì 23 settembre 2011

La luce è e sarà sempre

Trascorsi ormai 10 mesi dal tanto discusso "Colloquio con l'anima di una gnostica" desidero pubblicare un messaggio recentemente canalizzato dalla stessa Rosalba Biancini. A seguito del precedente colloquio, le sue capacita' di channeling sono notevolmente aumentate, evidenziando meglio la figura dello Spirito, Ara Nnar, che gia' nel primo colloquio si celava dietro la figura dell'Anima.
Buona lettura!

BUONGIORNO AMICI, Fratelli in Spirito,
voi vi chiamate UOMINI, ma non avete nulla dell'UOMO che ha portato la vita in questo, una volta bellissimo, pianeta
QUEGLI UOMINI NON CREARONO COPIE DI SE STESSI, MA ABITARONO SEMPLICEMENTE QUESTO PIANETA, CREANDO DEI CORPI SEMI-MATERIALI DOVE ENTRARVI, AIUTATI IN QUESTO DA UN TIPO DI ANIME ADATTE che convenzionalmente oggi potremmo definire "BIANCHE".
Questi UOMINI abitarono questo pianeta per millenni. Il corpo di questi UOMINI è inimmaginabile adesso, essendo che in questi corpi operavano tranquillamente in UNITA' E PIENA POTENZIALITA' LO SPIRITO, L'ANIMA ACCOMPAGNATRICE, E LA MENTE CHE, A SUA VOLTA, ACCOMPAGNA OGNI ANIMA "INCARNATA".
Altre ENTITA' MOLTO DIVERSE DALLO SPIRITO DI UOMO, scimiottarono i corpi che L'UOMO aveva creato per sè, venendosi a creare, in maniera tremendamente innaturale una diversità tra i nostri corpi originali e quelli scimmiottati, pesanti e corruttibili.
QUESTE ENTITA' PER ANIMARE I LORO CORPI SI SERVIRONO DI ANIME CHE, PER UNA DEFEZIONE ALL'INTERNO DELL'UNIVERSO SPIRITUALE ERANO RIMASTE "SBANDATE", CONVENZIONALMENTE POSSIAMO DEFINIRE QUESTE ANIME COME "NERE".
I corpi degli Spiriti dell'Uomo si accoppiarono con i corpi degli altri Spiriti, portando così una degenerazione dei corpi "perfetti" dell'Uomo dopo un cataclisma planetario che voi chiamate il diluvio o la distruzione di atlantide gli UOMINI tornarono tra le "stelle" abbandonando la loro "creazione".
I corpi degenerarono fino a diventare corruttibilissimi.
Le Anine Bianche rimasero in poche per aiutare i pochi Spiriti di Uomo rimasti, il Maligno, il Deficiente Universale, incominciò ad imperare in questo mondo, come ancora, ma per ben poco, continuerà a fare...
RIMASE UNO SPIRITO DI UOMO ORIGINARIO INCARNATO CON LA SUA ANTICHISSIMA E NOBILE ANIMA BIANCA.
QUESTO SPIRITO RINCHIUDE IN SE' SACERDOZIO E FECONDITA'
SPIRITO LEALE A DIO ALTISSIMO INCONCEPIBILE A QUALSIVOGLIA MENTE INCARNATA.
Questo Spirito ha sopportato per l'umanità migliaia di anni di incarnazioni per evolvere la sua Mente e per aspettare la sua ANIMA PROCREATRICE, OSSIA UN'ANIMA PRIMORDIALE VERGINE E SELVAGGIA, IMMUNE DA GIOCHI DI POTERE E DEFEZIONI, UN'ANIMA GENERATA PER PROCREARE CON QUESTO SPIRITO, CHE E' UNO SPIRITO DESIGNATO DALL'ORIGINE DELL'UNIVERSO A QUESTO SCOPO, CONVENZIONALMENTE QUESTA ANIMA POTREMO DEFINIRLA UN'ANIMA "BLU".
Questa Anima fece la sua prima comparsa in terra materiale 800 anni fà circa, per incominciare a costruire il suo corpo in forma terrestre...
Ora questa Anima è incarnata in forma apparentemente di donna umana a tutti gli effetti, mentre lo Spirito Patriarcale è occultato in un corpo assolutamente fuori dalla portata di caccia della merda e degli infami dell'universo...
LE LORO MENTI STANNO INIZIANDO A FONDERSI
Gli infami hanno iniziato a tremare........
Nel tempo materiale di 3-400 anni terrestri i loro corpi incarnati saranno compatibili e giustamente modificati per creare le due creature che modificheranno, tramuteranno, il "male" come oggi conoscete e ristabiliranno la creazione originaria in questo pianeta...
Tanto vi dovevo comunicare
grazie per la lettura
LA LUCE E' E LA LUCE SARA' SEMPRE, vostro servo Ara Nnar
(canalizzato da Rosalba Biancini)

martedì 20 settembre 2011

La Cronaca di Akakor - parte VI - di Maurizio Rucco

La Cronaca di Akakor è la storia degli Ugha Mongulala, come i nostri Primi Maestri discesi dal Cielo chiamarono il mio popolo. Tramite la Cronaca, viene rivelato ciò che per i barbari bianchi è nascosto e misterioso: il periodo in cui gli Dei erano sulla Terra, le dimore sotterranee lasciateci da Loro, le gesta di Ina il primo principe e diretto discendente, l'impero di Lhasa loro figlio, le grandi catastrofi, l'arrivo dei Goti con le loro navi, il declino dell'impero, l'alleanza con i tedeschi.

Le schermaglie tra noi ed i bianchi continuavano incessantemente, anche se rare erano le grandi battaglie. Una avvenne nel 1936 d.C., quando una spedizione uccise tutta la tribù alleata dei Cuori Neri e ne saccheggiò le tombe in cerca d'oro; il nostro popolo gridò vendetta ed il principe Sinkaia si mise alla testa degli Ugha Moungulala e con guerrieri scelti attaccammo un villaggio di bianchi chiamato Santa Maria; uccidemmo tutti, solo tre donne scamparono all'attacco e furono fatte prigioniere, ma tre di esse annegarono nel fiume tentando di scappare. Reinha la donna rimasta viva, veniva da un paese lontano chiamato Germania, portata dai suoi capi per convertire le tribù degenerate al simbolo della croce; subito si guadagnò la fiducia della mia gente, aiutando i feriti e discorrendo con i sacerdoti per scambiare informazioni sul testamento dei Maestri. Il principe Sinkaia, primogenito di Uma discendente di Lhasa figlio degli Dei, la osservava con attenzione, nutrendo un forte affetto per lei, finchè lei saputo ciò, rinunciò alla croce, per diventare Principessa. Nel 1937 Reinha diede un figlio a Sinkaia, e nacqui io Tatunca Nara, il primogenito. Quattro anni dopo Lei tornò a casa, prese accordi ad Est, sull'Oceano, e con una nave partì come nostra ambasciatrice; dopo ventidue lune tornò con tre capi del suo popolo e concordammo un patto: la tribù moriva di fame sotto i colpi dei bianchi, ma i tedeschi promisero di tornare con un esercito armato con l'intento di sgominare tutti i nostri nemici, ed a quel punto loro si sarebbero tenuti tutte le città costiere e noi tutte le regioni del Grande Fiume, un tempo nostre. Tornammo allegri e facemmo grandi feste, animati dalla speranza dataci. Tra il 1941 ed il 1945 continuarono ad affluire soldati tedeschi: si imbarcavano in una città chiamata Marsiglia, ed a bordo di una nave che si muoveva sott'acqua giungevano alla foce del Grande Fiume, dove li aspettavano i nostri alleati che li accompagnavano da noi tra il Brasile ed il Perù, dopo un viaggio che durava circa cinque lune. Portavano con loro armi che maneggiammo per la prima volta, cannoni, fucili, pistole, granate, e strane tecnologie come barche gonfiabili, case di plastica, occhiali per vedere da lontano, strani gas mortali.

Ci preparammo per il grande attacco finale, fiduciosi che dal mare un impressionante legione di tedeschi alleati ci avrebbe supportato: eravamo dodicimila pronti a tutto. Ma l'ordine di attacco non venne mai dato, giunse un ultimo gruppo di tedeschi con tristi notizie, essi avevano perso!

Forze immani avevano distrutto il loro paese e nessuno sarebbe venuto ad aiutarci.

Ci ritirammo, ma dovemmo decidere che fare dei soldati tedeschi che non avrebbero mai più potuto tornare a casa.

Essi non conoscevano il Testamento degli Dei, non comprendevano la nostra lingua, né la nostra scrittura. Infine Reinha ebbe la meglio al Gran Consiglio, impose la sua volontà, e, come i Goti 1500 anni prima, divennero parte integrante del mio popolo.

I Sacerdoti fecero un ottimo lavoro, unirono i simboli della scrittura dei nostri Padri, con le lettere dei soldati, ed adottarono alcuni vocaboli della loro lingua, così in breve la comunicazione non fu un ostacolo utilizzando la nuova lingua tedesco/quechua; inoltre per facilitarne l'integrazione, ad alcuni dei loro capi vennero affidate alte cariche amministrative.

Essi ci cambiarono la vita, usando il legno per fare letti tavoli e sedie, migliorarono i nostri telai insegnando alle donne a tessere nuovi abiti coprenti tutto il corpo, disboscarono due valli e vi piantarono patate e grano, allevarono grandi mandrie di pecore, e, più importante, formarono le loro famiglie dando ai loro figli, come nostra tradizione, nomi di animali selvaggi, di forti alberi, di torrenti veloci, di alte montagne.

Facevano sempre e bene il loro dovere.

Alla fine di ogni Luna, si riunivano per una festa sulla cima del Monte Akai, cantavano canzoni della loro terra e bevendo il succo di mais fermentato si cimentavano in tornei di un gioco chiamato Scacchi, facendo festa fino a notte fonda, per poi tornare in piena serenità alle loro abitazioni e riprendere la vita con le loro famiglie.

Articolo di Maurizio Rucco.


martedì 13 settembre 2011

La Cronaca di Akakor - parte V - di Maurizio Rucco

All'inizio del millesettecento la guerra alle frontiere, ad ovest del nostro territorio attraversava un temporaneo periodo di calma. Gli Spagnoli erano stanchi delle terribili battaglie sopportate e rinunziarono a tentare d'insediarsi nella regione orientale delle Ande, tralasciando così d'attaccare Akakor; oramai v'era solo una vasta terra di nessuno sorvegliata solo dai nostri esploratori, ma, se e' vero che gli Spagnoli smisero d'attaccarci alla sinistra del nostro impero, non smisero da destra ed anzi, risalendo il Grande Fiume, raggiunsero gli accampamenti delle Tribù Elette nostre alleate, le quali, ricordando l'atroce fine degli Incas, divennero prudenti, ed evitarono lo scontro con il nemico in campo aperto ripiegando nella foresta, lasciando i villaggi deserti e colpendo poi con imboscate, così che i nemici trovarono solo macerie e dovettero patire i disagi della fame e della sete; la natura li uccise e noi contribuimmo con le nostre frecce avvelenate.

Mentre l'ottimismo saliva, accadde un fatto inaspettato: molte Tribù Alleate periferiche non vollero più obbedire al Testamento degli Dei, e cominciarono ad adorare il simbolo della croce. Iniziò la Tribù della “Facce Storte”, che contava ottantamila uomini, a tradirci dichiarandoci guerra; a loro si unirono la “Tribù della Gloria Crescente” e la “Tribù degli uccisori di Tapiri”: noi tentammo di sfuggire loro, ma fecero una carneficina e solo pochi di noi scamparono alla morte rifugiandosi nelle regioni maggiormente inaccessibili; con il passare dei secoli i loro discendenti si unirono alle tribù selvagge, conservando solo la pelle bianca dei servitori degli eletti, testimonianza della loro origine divina. Ci salvammo con una tattica vincente: i nostri guerrieri scelti, dipintisi con i colori delle tribù ribelli, uccisero i nemici bianchi lasciando dietro segnali delle tribù traditrici, così loro si vendicarono crudelmente su quelli che fino ad allora erano stati i loro alleati, trucidandoli tutti.

L'oscurità s'avvicinava ad Akakor ma prima di toccare i nostri confini, si scagliò sulla nostra nazione sorella Akahim.

Le Tribù Alleate prima del loro annientamento ne rivelarono la dislocazione agli Spagnoli, ed il loro Gran Consiglio dovette fare la nostra stessa gravosa scelta, ritirarsi.

Di nuovo un evento senza precedenti accadde: le donne abbatterono il Gran Consiglio, presero il potere sotto la guida della coraggiosa Mena, e costrinsero gli uomini a prendere archi e frecce per l'attacco, guidati da loro stesse e dalle loro frecce incendiarie; fu un capitolo glorioso ma le morti da ambo le parti erano incommensurabili, resistettero per anni ma alla fine dovettero ripiegare nelle dimore sotterranee.

Oggi vi sono circa diecimila “Amazzoni”, così venivano chiamate, che vivono sotto terra nelle montagne di Parima, emergendo solo raramente per cacciare ed accudire i loro campi. Una discendente di Mena è il sovrano assoluto, circondata da un Alto Consiglio composto solo da donne, che hanno nelle comunità le più alte cariche, gli uomini sono semplici soldati o lavorano i campi. Hanno ancora il “Testamento degli Dei” che li guida spiritualmente, ma ci sono rilevanti differenze: nella mia città, ad Akakor, le donne sono serve fedele degli uomini, felici del loro compito e di dedicarsi alla famiglia con amore, ad Akahim invece, non esiste il matrimonio, le donne si uniscono ad un uomo solo durante la gravidanza, poi lo respingono; dal dodicesimo anno d'età le ragazze vengono addestrate alla guerra e all'amministrazione della città, i ragazzi divengono schiavi costretti a lavorare infelici per tutta la vita. Molti di loro scappano tentando di raggiungerci, per unirsi con le nostre ragazze ed avere una compagna fedele con cui formare una famiglia.

Gli Dei si facevano attendere, i barbari bianchi lentamente ma inesorabilmente avanzavano, come formiche, conquistando la Grande Foresta,ed integrandola nel loro Impero. Ma noi, gli Ugha Mongulala, non eravamo battuti: vivevamo ancora secondo le leggi di Lhasa e protetti dalla saggezza e dalla divina conoscenza dei nostri primi Maestri, seguivamo il nostro sacro “Testamento degli Dei”.

Niente del Testamento andò perduto, né le loro conoscenze né i loro documenti con scritti misteriosi, mappe e disegni fatti dagli Dei raffiguranti l'enigmatica preistoria del nostro pianeta.

Una delle carte mostra, che la Luna non è la prima e neanche l'unica nella storia della Terra; la Luna che conosciamo cominciò a girarci intorno centinaia di migliaia d'anni fa, quando il mondo aveva un'altra faccia. Ad Ovest esisteva una grande isola, ma durante la prima Grande Catastrofe, causata dalla guerra tra le due razze di Dei, sparì sotto un'immensa massa d'acqua; la devastazione colpì non solo noi, ma anche i mondi di Venere e Marte, così come li chiamano i barbari bianchi.

I nostri sacerdoti avevano appreso il movimento delle stelle, sapevano far volare oggetti nello spazio, aprire il corpo di un malato senza toccarlo. Sapevano comunicare col pensiero a grande distanza, non i particolari, ma i loro sentimenti, la tristezza o l'allegria.

Il mio popolo non teme il confronto con i bianchi su temi spirituali: loro sanno fare prodigi e grandi cose, ma non hanno fatto nulla di più di quello che fecero gli Dei, e, cosa più importante, non hanno saputo conquistare la felicità in vita, che da noi è stata sempre semplice e serena grazie agli insegnamenti dei Padri Celesti: i sentimenti passeggeri ci sono estranei, la felicità la tristezza il calore ed il freddo non hanno alcun significato per noi, siamo realmente liberi. Solo chi conosce questa verità, il vero significato della vita e della morte, può entrare nella seconda vita, perché il nostro vero io, l'Io essenziale, non e' soggetto al tempo né allo spazio, non lo si può distruggere e non conosce la nascita o la morte, al contrario di voi, dove con la morte tutto finisce. Noi abbiamo un solo scopo nella vita, servire la comunità, e due nemici principali, l'avidità e l'ira. Per i nostri Padri tutti gli uomini hanno pari dignità.

Noi conserviamo in una grotta segreta tutto ciò che ci hanno lasciato gli Dei, ed i loro insegnamenti sono incisi in un materiale verde azzurro sconosciuto che né l'acqua nè il fuoco possono distruggere; conserviamo il vestito di Lhasa, le sue armi ed il bastone da sovrano; dei Goti conserviamo le teste di drago delle loro navi, i loro elmi alati di ferro, le loro armature e spade. Vi sono inoltre vasi, manufatti e strumenti musicali, fra cui dei grandi corni fatti di conchiglie che usiamo nelle cerimonie funebri: il loro suono profondo e triste accompagna l'essenza dell'Io sulla sua strada verso la seconda vita.

Vi sono infine molti oggetti preziosi una volta posti nei templi, ed i vestiti, le armi ed il simbolo, una croce nera su un tessuto bianco, dataci dai nostri ultimi alleati, che ci trovarono nel 1941 d.C.: i Tedeschi.

Articolo di Maurizio Rucco.


lunedì 5 settembre 2011

La Cronaca di Akakor - parte IV - di Maurizio Rucco

Il Credo della tribù eletta dagli Dei, si differenzia fondamentalmente dalla falsa fede dei barbari bianchi. Essi adorano la proprietà, la ricchezza ed il potere come un Dio e pensano che nessun sacrificio sia troppo grande pur di avere più del proprio vicino; invece i nostri Dei ci hanno insegnato come vivere e come morire. C'insegnarono che il corpo nasce e perisce, trasformato giorno dopo giorno dall'alimentazione e, per questa ragione, non può rappresentare la nostra vera vita. I nostri sensi dipendono dal nostro corpo, e sono portati da lui come la fiamma di una candela: quando la candela si spegne anche i sensi si spengono, perciò anche loro non possono rappresentare la vita Reale. Il nostro corpo, quanto i nostri sensi, sono soggetti al tempo, nel tempo mutano e solo la Morte è il mutamento definitivo, in quanto essa distrugge ciò di cui possiamo fare a meno.

Il vero Io, l'Essenza, è al di fuori del tempo. E' immortale. Dopo la morte del corpo ritorna da dove era venuto: come il fuoco usa la candela per rendersi visibile, così l'Io usa il corpo per rendere visibile la sua vita. Dopo la morte, il vero Io, ritorna al principio del tempo, all'origine del mondo, nel grembo dell'Assoluto, nell'Eternità.

L'uomo fa parte di un immenso e misterioso disegno cosmico che si svolge nei cieli, diretto da una legge eterna; i nostri Primi Maestri conoscevano questa legge e ci insegnarono i segreti della seconda vita, che la morte del corpo è insignificante e che solo l'immortalità dell'Io è importante, libero dalla materia e dal tempo.

Alla metà dell'undicesimo millennio, intorno al 600 d.C., per il vostro calendario, l'impero degli Ugha Moungulala superò il suo zenit. Le tribù selvagge espugnavano le fortezze di frontiera, vi erano rivolte nelle tribù alleate, l'avvento sempre più incalzante dei barbari bianchi, e gli Incas, antichi fratelli oramai divenuti dei nemici idolatri, giunsero fino alle mura di Akakor; ma ecco che, ancora una volta, quando più lo necessitavamo, una notizia giunse a noi: strani valorosi guerrieri stavano risalendo impetuosamente il Grande Fiume, con le loro mogli e figli, alla ricerca dei loro Dei. Fu cosi' che giunsero a noi i Goti.

Essi erano i discendenti di Samon, che atterrò migliaia d'anni prima sulle rive del Nilo, ed anche loro erano, quindi, nostri fratelli, figli dei principi del Cielo. Il loro capo, Cacciatore Selvaggio, era saggio e coraggioso: quando tutto sembrava finito per loro dopo millenni della loro storia a causa di un massiccio attacco di uno straordinario popolo, i Vichinghi, egli li salvò, stringendo all'ultimo un' alleanza che, tuttavia, li costrinse a partire; così navigarono per trenta lune all'affannosa ricerca delle loro origini; esplorarono tutti gli angoli del pianeta, finchè ci trovarono nel 570 d.C.

I Goti erano oltre mille, soldati esperti, ed abilissimi agricoltori e tessitori. Ci insegnarono l'utilizzo del Ferro, metallo a noi, che lavoravamo solo oro argento e bronzo,sconosciuto. Grazie alle corazze così ottenute, sgominammo gli avversari, e grazie all'uso intensivo di nuove sementi e tecniche di coltivazione, il nostro impero rifiorì.

La pace durò quasi mille anni dal 570 d.C., dove solo noi e i discendenti di Viracocha il figlio ribelle degenerato, gli Incas, avevamo diviso il territorio, ed in pace ed armonia governavamo, anche se solo da noi vigevano le leggi lasciateci dai Principi Celesti.

Nel 1531 d.C. giunsero notizie di un popolo con la barba che navigava su grandi battelli, alti, bianchi, forti e poderosi come Dei; pensammo ad un loro ritorno ed organizzammo fuochi festosi, la gioia si diffuse ovunque, gli Dei erano tornati! Fu un crudele inganno, i barbari bianchi come ancora oggi li chiamiamo, distrussero l'impero degli Incas, uccisero uomini donne e bambini a milioni, eressero templi con la croce.

I giorno terribili cominciarono, quando il Sole e la Luna si scucirono, diventando rossi come sangue.

Cinque anni dopo il loro arrivo l'impero Inca era in rovina, pochi sopravvissero, alcuni furono fatti schiavi, ed altri scapparono nella foresta trovando rifugio da noi, fra le nostre mura; ma un giorno gli Spagnoli, così venivano chiamati i barbari, seppero di noi popolo eletto e vennero a cercarci. Il Principe Umo ed i più vecchi del consiglio decisero la ritirata, per quanto molti furono di parere contrario. Le città di frontiera vennero distrutte, ed anche Machu Pichu, la città sacra di Lhasa, venne abbandonata; file di portatori trasportarono per i ripidi passaggi delle montagne, gioielli, offerte, oggetti preziosi e tutte le provviste ad Akakor, tutte le entrate alla città vennero accuratamente nascoste e bloccate da pietre enormi.

Molti bianchi tentarono di avvicinarsi ad Akakor ma tantissimi di loro morirono a causa delle frecce avvelenate delle tribù alleate e per le malattie contratte nella Foresta. Solo un gruppo raggiunse i dintorni della capitale; sul monte Akai, a tre ore di distanza a piedi da Akakor, si svolse una memorabile battaglia, che si protrasse per molto tempo. Un giorno, infine, un' imboscata al nemico li costrinse alla resa, molto di loro perirono, ma alcuni vennero incatenati e condotti in città, dove venivano guardati con un misto di orrore, reverenza e disprezzo. Il Sommo Sacerdote parlò loro domandando il motivo di così tanto sangue e violenza, ma il cuore dei barbari bianchi era troppo duro per comprendere, ed impiegarono molto tempo prima di capire la loro sorte: lavorare incatenati nelle miniere d'oro e di argento, fino alla fine dei loro giorni.

Articolo di Maurizio Rucco.


domenica 4 settembre 2011

La Cronaca di Akakor - parte III - di Maurizio Rucco


Nel 10481 a.C., secondo il calendario dei barbari bianchi, gli Dei abbandonarono la Terra. Essi chiesero ad Ina, il loro confidente, di mantenere vivo il ricordo, e di trasmettere per sempre i loro principi nel nome della loro fratellanza. Ora il sacro dovere era accompagnare il popolo eletto, gli Ugha Mongulala, nelle dimore sotterranee, affinchè siano al sicuro dalla catastrofe che stava per venire. L'impero, che si estendeva in quasi tutto il sud america comprendeva 362 milioni di persone, e, fra loro, 2 milioni erano della tribù eletta, scelta dai nostri Padri provenienti dal Cielo. Tredici anni dopo, come annunciato, la catastrofe arrivò e fu immane: non vi erano più stelle, sole e luna,caos e buio ovunque, dal cielo colava resina, e nel crepuscolo gli uomini si uccidevano fra loro per procacciarsi il cibo.
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Chi la provocò? Esisteva un altra razza: erano simili agli uomini, con la pelle rossiccia, lunghi capelli, cinque dita alle mani ed ai piedi, ma sulle loro spalle crescevano teste di serpenti, tigri, falchi ed altri animali, disponevano anche loro di una scienza avanzatissima pari agli Dei, e governavano su un immenso impero. Usarono armi potenti come il Sole, nella loro guerra, ma la tribù eletta si salvò grazie ad Akakor inferiore. La faccia dell'intero continente venne deformata dai terremoti che mieterono milioni di vittime, ed anche il clima e le stagioni cambiarono radicalmente da quei giorni. Tutto ciò che vi era in superficie venne spazzato via, ed anche molte città sotterranee subirono gravi danni; i sopravvissuti vissero come bestie per migliaia d'anni, finchè nel 6351 a.C., le tribù degenerate si allearono, per sconfiggerci ed uccidere il principe Uma, il nostro reggente, e vi riuscirono così i gran sacerdoti, che divennero corrotti, non trasmisero più l'antica sapienza, ma si sentirono onnipotenti e trascinarono ai più crudeli sacrifici, e all'idolatria il popolo. Fu terribile, solo pochi di noi, riuscirono a chiudersi dentro alcune città sotterranee per trovarvici rifugio e resistere ancora per migliaia d'anni, mentre in superficie la degenerazione era al suo apice. Gli Dei dall'alto assistettero a questa sciagure, ma un giorno il loro sconforto crebbe a tal punto che decisero di punire l'uomo: inviarono una enorme stella con una lunga coda rossa coprente tutto il cielo, più luminosa di mille soli, per distruggere tutta la creazione, uomini piante ed animali. Piovve per tredici lune e ogni cosa affogò, tranne i sopravvissuti delle tribù elette, al riparo in basso nei loro rifugi. Solo Madus, un uomo coraggioso, osò risalire in superficie per osservare l'orrore; non v'era più nulla di vivo a perdita d'occhio, tranne della vegetazione e pochissimi animali. Egli in preda alla tristezza e all'ira strappò quei pochi alberi rimasti integri, e vi formò una zattera su cui accolse una coppia di animali per ogni specie che incontrò. L'acqua crebbe per tredici lune, non vi erano più montagne oramai, sommerse dalle furie delle acque, ma improvvisamente, le nubi si squarciarono comparve il Sole e con lui, i Primi Maestri, che come avevano preconizzato “Quando la disperazione giungerà al culmine Noi torneremo”! Madus liberò gli uccelli e gli animali e rientrando ad Akakor annunciò la fine dell'Era del Sangue. Nel 3166 a.C., gli Dei attesi con tanto desiderio, quindi, tornarono; rimasero tre lune ma due di loro si fermarono con noi,i loro nomi erano Lhasa e Samon che volò ad Est dove fondò il suo impero. Lhasa con i sopravvissuti ricostruì l'antico splendore, si fecero nuovi confini, case e fortezze, si consolidò l'alleanza con un popolo a noi confinante gli Incas, ed infine si costruì una città santa Machu Picchu: fu un impresa titanica e quattro generazioni bastarono a malapena per completarla, ma al termine Lhasa vi si trasferì e regnò per trecento anni creando uno stato possente come solo un Dio potrebbe fare; Egli poteva anche cambiare il suo aspetto a comando e tutti vi si inchinavano. Lhasa volò molte volte da Samon a Est, con uno strano veicolo che passava sulle acque e sulle montagne; Samon aveva edificato il suo regno all'imbocco di un grande fiume che viene ora chiamato Nilo, e Lhasa per permettere degli scambi tra le due terre costruì Ofir , dove il Rio delle Amazzoni si congiunge al mare, e la città divenne in breve ricchissima, grazie al nostro oro ed argento, scambiato con preziosi papiri, pietre verdi meravigliose e legni e tessuti pregiati, di cui erano colme le imbarcazioni del popolo di Sarmon; per ben mille anni durò il suo splendore, poi venne conquistata ed incendiata, ma noi ad Akakor abbiamo conservato alcuni di quei beni, ed anche due straordinarie macchine volanti metalliche. Un giorno per noi nefasto, trecento anni dopo il suo arrivo, Lhasa prese la sua macchina volante, ed il principe, dopo aver dettato i suoi ultimi voleri agli anziani, partì verso le stelle. Ma noi ad Akakor, e circa 500 anime ancora presenti ad Akahim, situata nel sottosuolo fra Brasile e Venezuela, e collegata ancora con noi con una galleria sotterranea, sappiamo che torneranno ad aiutare noi, i loro fratelli: perché così è scritto nella Cronaca, e cosi sarà.

Articolo di Maurizio Rucco.

La Cronaca di Akakor - parte II - di Maurizio Rucco

(disegno di Erika Ajovalasit)
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La Cronaca di Akakor comincia nell'ora Zero, quando gli Dei ci abbandonarono. A quei tempi Ina, il primo principe degli Ugha Mongulala, decise di far mettere per iscritto tutti gli avvenimenti della vita della nostra gente, “con chiara scrittura ed in buona lingua”. I Primi Maestri arrivarono nel 13.000 A.C. Secondo la cronologia dei bianchi, apparvero all'improvviso nel cielo brillanti navi d'oro, e ci rimasero fino al 10.481 A.C. anno della loro partenza. Gli stranieri ci dissero che la loro patria si chiamava Schwerta, un mondo lontano nelle profondità del cosmo: un immenso impero, formato da mondi numerosi come i granelli di polvere di una strada. Ogni 6.000 anni i due mondi, il nostro ed il loro, si incontrano. Vennero sulla Terra 130 famiglie, e ci riconobbero come fratelli. Divisero ogni frutto della terra, ci insegnarono le loro leggi, anche se gli uomini facevano resistenza come bimbi ostinati. Per questo loro amore verso di noi, per quello che dovettero sopportare per colpa degli uomini, pazientemente e senza stancarsi per insegnarci, noi li veneriamo come i nostri portatori di luce. I nostri artigiani riprodussero i signori di Schwerta: corpo esile, simili agli uomini, tratti del viso molto delicati, pelle bianca capelli neri con riflessi blu, gli uomini portavano una folta barba, ed erano fatti di carne come noi; ma avevano un segno divino, 6 dita alle mani ed ai piedi. Tra tutti i popoli gli Dei, scelsero delle famiglie elette, ed ammesse a vivere con loro, ad essere servitori ed alleati, e ad essi insegnarono il loro testamento; essi sono gli Ugha Mongulala, ossia la “tribù degli alleati eletti” nella lingua dei bianchi. E noi siamo come loro, alti, occhi a mandorla, naso aquilino, folta capigliatura nero-blu, ma noi abbiamo solo 5 dita. Gli Dei, tracciarono canali, strade, seminarono piante nuove, allevarono animali. Akakor la capitale, fu edificata 14.000 anni fa dai nostri antenati, sotto la guida dei Maestri; aka significa fortezza, kor il numero 2. Akanis, la numero uno si trovava in Messico, ed Akakim la numero 3 venne edificata circa 7.000 anni dopo. Akakor si trovava in una valle dell'altopiano sulle montagna alla frontiera di Brasile e Peru; per tre quarti era protetta da roccia, sul quarto verso est, si apriva una vasta pianura, che declinava dolcemente verso la giungla della foresta. Tutta la città era circondata da un muro di pietre, nel quale si aprivano 13 porte molto strette. La pianta di Akakor era rettangolare, due strade principali s'incrociavano e dividevano la città in 4 parti, al centro vi era un tempio rivolto ad est. Altre città vengono nominate nella Cronaca: Humbaya e Patite in Bolivia, Emin e Cadira in Venezuela. Tutte queste vennero distrutte 13 anni dopo la partenza degli Dei, da un immane catastrofe. I nostri antichi padri costruirono altre tre città: Salazare, Tiahuanaco, e Manoa, queste furono le residenze terrene dei Primi Maestri e zone proibite. In ognuna di esse si ergeva una grande piramide a gradini, con una larga scala, ed in cima una piattaforma, dove gli Dei celebravano riti a noi sconosciuti. Con i miei occhi ho visto solo Salazare: dista 8 giorni da Manaus sul grande fiume, e tutti i palazzi e templi sono coperti dalla vegetazione. Esiste una tribù che vive prevalentemente sugli alberi che uccide chiunque vi si avvicini, io potei avvicinarmi essendo la mia tribù anticamente legata alla loro. Queste città sono un mistero: testimoniano una scienza ed un sapere superiori, del tutto incomprensibile all'uomo d'oggi. Per gli Dei le piramidi erano abitazioni e simboli della vita e della morte, del sole della luce e della vita. I Primi Maestri ci hanno insegnato che esiste un “luogo spazio” tra la vita e la morte, tra la vita ed il nulla, che appartiene ad un'altra dimensione. Per loro le piramidi erano un mezzo per raggiungere la seconda vita. Ora Akakor è distrutta secondo mio ordine, approvato dal Consiglio Supremo, e dai sacerdoti; era troppo visibile per i bianchi barbari. Così abbiamo rinunciato alla nostra capitale per rifugiarci nell'ultimo regalo fattoci dagli Dei, 13 città sotterranee nascoste sotto le Ande. Sono disposte a formare una costellazione. Akakor, la principale, è la copia della città distrutta da noi; vi sono gallerie larghe come 5 persone allineate, che collegano le città, Budu, Kisch, Boda, Gudi, Tanum, Sanga, Riono, Kos, Aman, Tat e Sikon, tutte illuminate con luce artificiale tranne Mu, la più piccola delle 13, che possiede condotti fino alla superficie, che convogliano la luce naturale ad un enorme specchio, con la funzione di spargere la luce del sole ovunque. Tutte le città hanno acqua corrente che sgorga dalle montagne, con piccole canalizzazioni che provvedono a rifornire ogni singola abitazione. L'aria per respirare esce dalle pareti. Le entrate in superficie sono nascoste accuratamente, chiudibili accuratamente con portali in pietra, in caso di pericolo. Nessuno sa nulla sulla edificazione di queste dimore sotterranee. Esse hanno resistito per migliaia d'anni, all'attacco di tribù selvagge e all'avanzare dei barbari bianchi, che risalivano il Grande Fiume in numero infinito, come formiche. Secondo le profezie dei nostri sacerdoti alla fine scopriranno Akakor, e li troveranno la loro immagine. Allora il cerchio si chiuderà. Così è scritto: “Da Akakor regnarono gli Dei. Regnarono sugli uomini e sulla Terra. Avevano navi che solcavano il cielo più veloci degli uccelli. Avevano pietre magiche per guardare in lontananza. Si potevano vedere città, fiumi, colline, laghi. Tutto quanto accadeva sulla Terra e nel Cielo, poteva essere visto in quelle pietre. Ma la cosa più meravigliosa erano le abitazioni sotterranee, e gli Dei le consegnarono ai loro servitori eletti come ultimo testamento, perché i Primi Maestri sono del loro medesimo sangue e del medesimo padre.

Articolo di Maurizio Rucco.

La Cronaca di Akakor - parte I - di Maurizio Rucco


Tutto inizia quando nei primi decenni del 1900, nel Sud America, scoppia “la guerra del caucciù” tra i governi del Perù e Bolivia. Questi chiedono l’intervento dell’Inghilterra, perché invii un esperto per fissare i confini tra le due nazioni. L’Inghilterra vi destina il colonnello Percy Fawcett, esperto coloniale e cartografo della Società Cartografica Britannica. Appassionato esploratore e cultore delle civiltà del passato, raccoglie dagli Indios delle varie tribù, tradizioni orali e leggende stupefacenti. Lo studio accurato che il colonnello ha fatto di tutto il materiale raccolto, lo porta alla conclusione che tutti i miti testimoniano l’origine divina di tutti quei popoli. Viene in possesso, inoltre, d’indicazioni e strani racconti su enormi abbandonate e misteriose città, che lo portano a viaggiare in lungo e in largo della giungla del Sud America, sino quando, a Rio, ebbe modo di consultare il Manoscritto dei Bandeirantes, conservato nel Museo locale dell’Indio; ispirato dal documento decide di intraprendere una spedizione nel Mato Grosso alla ricerca della fantastica città perduta. Tenta più volte senza successo, sino a quando Fawcett e' sicuro di avere in mano le indicazioni decisive e l’orientamento esatto per la rivoluzionaria scoperta. Parte con pochi uomini fidati, ma la sua marcia viene seguita sino alla metà del percorso da lui previsto, poi scompare nella foresta vergine e di lui non si sa più nulla. Era il 1925.
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Fawcett al ritorno dalla prima infruttuosa spedizione, lascia molti appunti, che poi il figlio Brian pubblica. In tali appunti il colonnello espone diversi dati, che sono sufficienti a capire in quale direzione svolse le sue ricerche e con quale tribù di Indios sia venuto in contatto. Suo figlio Brian organizza la ricerca del padre con l’aereo in diverse zone dell'area segnata dal padre, dove si ferma per chiedere notizie agli Indios... senza trovare niente. Le sue ricerche si concludono con l’affermazione che il padre era un visionario e che civiltà antiche non esistono. Questa dichiarazione strana, dopo tutti le ricerche fatte è insolita; Fawcett difficilmente era un visionario, aveva molti anni di esperienza nell’interno del continente sud-americano, ed era uomo di fiducia della National Geografic Society. Infatti... La scomparsa misteriosa di Fawcett attira una fondamentale figura nella ricerca della città perduta: KARL BRUGGER, giornalista e ricercatore tedesco, stabilito in Brasile dopo l'incontro con una dottoressa brasiliana. Karl, conosce un capo tribù degli Indios TATUNCA NARA, che racconta la storia incredibile del suo popolo, eredi degli dei, e delle loro incredibili città megalitiche nel cuore della giungla, e di quelle sotterranee ereditate sempre da loro. Karl ascolta e registra l’incredibile storia su 10 nastri. Dopo un po’ di tempo, andando grazie al suo lavoro, ad incontrare diverse personalità nelle strutture di punta della società brasiliana, si rende conto che tutti conoscevano Tatunca Nara e che la sua storia e' reale, e poteva essere verificata. Dopo due anni incontra nuovamente il capo degli indios e decide di andare insieme a lui per vedere la città perduta e quella sotterranea del popolo di Tatunca. Nel frattempo, Karl pubblica un libro dove parla dell' incredibile storia che gli fu raccontata; adesso, finalmente, è sul punto di vedere con i suoi occhi quello che aveva ascoltato, ma mentre prepara la sua definitiva spedizione per raggiungere AKAKOR, la città perduta, insieme con Tatunca Nara, viene ucciso a Rio de Janeiro. Altre persone, che per loro sfortuna, si interessarono al lavoro di Karl, morirono "fortuitamente" e, tutto il materiale raccolto dallo scrittore, venne sequestrato.
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Troppi morti e tante stranezze in questa storia.
Il libro originale in Italiano, che comprai circa vent'anni fa ed ormai fuori catalogo, e' qui, nelle mie mani; sono dell'idea che questi siano i tempi giusti per riparlarne; il racconto e' interessantissimo ed appassionante, e molti di voi che lo leggeranno sapranno cogliere collegamenti con tantissime altre leggende e mitologie; il primo collegamento lo farò io, perché cronologicamente parlando, e' l'ultimo che si possa fare: e' notizia di pochissimo tempo fa, ed e' stata data da una prestigiosa rivista inglese di archeologia, ebbene, dopo accurate analisi di foto satellitari dell'Amazzonia, e' stata rilevata, senza possibilità di equivoco, la presenza di enormi strutture geometriche, a malapena emergenti dalla fittissima vegetazione, in luoghi remotissimi, non ancora raggiunti dalla cosiddetta "civiltà". Molti altri missionari e conquistadores, dissero le stesse cose in passato... ma adesso, ci sono le prove!
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LA CRONACA DI AKAKOR, e' stato scritto su legno, poi su pelle e successivamente su pergamena, conservata dai sacerdoti, come la più importante eredità. Il Vescovo Grotti e' stato l'unico bianco a vedere l'originale, ma venne ucciso, e, secondo Tatunca Nara, gli appunti da lui presi sono stati trafugati dal Vaticano. Il libro abbraccia il tempo della colonizzazione degli dei, fino a giungere alla nostra epoca. Eccoci, ora siamo pronti a cavalcare il remoto passato, ed a scoprire l'origine del popolo degli UGHA MONGULALA, e, forse, anche del NOSTRO. "Questa e' la storia dei servitori eletti. In principio c'era il caos. Gli uomini vivevano come animali allo stato brado e senza leggi, senza lavorare la terra, senza coprire la loro nudità. I segreti della natura erano a loro sconosciuti. Vivevano in piccoli gruppi in caverne e grotte, come il caso li aveva uniti, e camminavano carponi. Poi giunsero gli Dei. Essi portarono la Luce."

Articolo di Maurizio Rucco.

Dialoghi con Anak - (undicesima parte)

Prosegue con l'undicesima ed ultima parte la pubblicazione della seconda serie di dialoghi con un'Entita' Spirituale guida.
L'articolo e' di Federico Bellini ed e' tratto dal blog www.coscienzaliena.blogspot.com.


Nota ai lettori: questo dialogo è diviso in due parti, nella prima intervengo in modo cosciente e interloquisco con Mediatore, Anak è ovviamente presente e inizia ad emergere sempre più chiaramente dalla seconda parte della conversazione. Vengono fatte, durante la discussione, tutta una serie di interessanti riflessioni sull’essere umano, l’avere coscienza di se stessi e del proprio compito, la fedeltà o il diniego di perseguire una missione, i limiti della natura umana di fronte l’Universo e le domande, ancora irrisolte su chi sia veramente Dio. Sono, infine, annunciati anche futuri studi e ricerche che dovrò portare a termine, nei quali sarò da Anak seguito e che dovrò poi divulgare quando i tempi saranno maturi.
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Mediatore: volevo sapere che ne pensava Anak di una cosa…
Federico/Anak: lo sai, non funziona in questo modo… vediamo…
Mediatore: sto ricevendo degli input che mi dicono di andare in Tibet.
Federico/Anak: Cosa?
Mediatore: è casuale oppure no?
Federico/Anak: e che tipo di input sono?
Mediatore: non comunicazioni interne, ma circostanze, per dire… ieri sera parlo con un amico che fa pure lui un po' di alpinismo, e mi dice che vuol andare a fare un trekking in Himalaya e ha già un contatto con uno sciamano che gli risolverebbe pure i problemi burocratici…
Federico/Anak: mmm... in questo momento ho dei flash, però non riesco a vedere bene…
Mediatore: che flash?
Federico/Anak: del Tibet, ma non capisco se sono riferiti a te.
Mediatore: anche io non capisco bene…
Federico/Anak: beh, lo sai, Anak è fatto a modo suo, se ci devi andare mica ti da la conferma o ti spiega il motivo, perché lo devi scoprire da solo.
Mediatore: si…
Federico/Anak: e comunque è una tua scelta…
Mediatore: certo.
Federico/Anak: non deve esserti imposta in alcun modo.
Mediatore: no, ma è da quando ho iniziato a fare alpinismo in modo serio che guardo quei luoghi.
Federico/Anak: e il viaggio quando sarebbe?
Mediatore: non lo so, è solo un'idea.
Federico/Anak: … vedo le montagne e un monastero tibetano o un rifugio… sicuramente ce ne sono tanti, ma non so dove si trova quello che vedo io... però Anak non mi dice granché.
Mediatore: che montagne vedi?
Federico/Anak: ah, non saprei... ma l'Everest non mi sembra comunque…
Mediatore: si, magari non è nulla…
Federico/Anak: quindi è da un altra parte… ovviamente le montagne sono innevate, forse un ghiacciaio molto grande vicino… questo posto è in cima ad una montagna molto più bassa.
Mediatore: ah…
Federico/Anak: sullo sfondo si vedono le montagne, attorno una specie di pianura.
Mediatore: pianura glaciale?
Federico/Anak: no, è senza neve, di roccia.
Mediatore: ok.
Federico/Anak: la stagione non è invernale, ma ci sono altre cose che non riesco a decifrare.
Mediatore: tipo?
Federico/Anak: vedo questo posto all'interno e un uomo molto anziano, ma non è un monaco, almeno non si veste come tale… vedo gli interni, ancora confusi.
Mediatore: uno sciamano?
Federico/Anak: forse o un vecchio del rifugio, il padrone di casa, chi lo sa?
Mediatore: ok.
Federico/Anak: però è l’adesso, forse vedo in questo istante, poi c’è una frase, credo di Anak, ma non riesco a capirla…
Mediatore: si, vedi il luogo, non io che sono li.
Federico/Anak: esatto.
Mediatore: una frase scritta?
Federico/Anak: si, in anakese però, dovrei tradurla.
Mediatore: eh…
Federico/Anak: mica sempre ci riesco… ARIJA HER MERE NALATA IMMIRJE NA (una cosa simile).
Mediatore: e chissà che vuol dire!
Federico/Anak: non so, è anche diversa dalla solita lingua… comunque è una tua scelta se andare o no.
Mediatore: si, questo lo immaginavo.
Federico/Anak: un motivo c'è di sicuro, comunque ha a che fare con il tuo Super-Spirito.
Mediatore: l'Orionide?
Federico/Anak: si.
Mediatore: tu hai altre novità?
Federico/Anak: mmm... ultimamente faccio molti sogni strani, scorci di vita altrui…
Mediatore: tipo?
Federico/Anak: come se ci fossero continui travasi, molte più percezioni, sprazzi di visioni… avverto spesso presenze, a volte positive, spesso negative. Stamani ho visto una persona che dapprima aveva gli occhi neri, poi sono diventati naturali (li ha azzurri)… credo che ci sia una maggiore espansione delle percezioni.
Mediatore: si.
Federico/Anak: ma penso sia qualcosa che sta avvenendo a molti, non solo a me.
Mediatore: non saprei…
Federico/Anak: semmai mi stanno arrivando parecchie informazioni sull'Universo, più che sugli alieni.
Mediatore: tipo?
Federico/Anak: sulla Genesi, la trasformazione, lo sviluppo, tutto ciò che è cosmologia e nuove frontiere della fisica.
Mediatore: quali news su questo?
Federico/Anak: ancora è tutto confuso, devo avviare ricerche e studi, i temi sono molto complessi e difficili anche per me da capire a volte, però mi sono accorto che sino ad oggi abbiamo avuto una visione molto limitata dell'Universo.
Mediatore: capisco.
Federico/Anak: c’è molto, ma molto altro e che abbiamo dato per scontato.
Mediatore: sicuramente.
Federico/Anak: abbiamo da scoprire ancora un sacco di cose nuove, anche sui protagonisti "noti" non sappiamo molto, c’è tanto di più ancora… abbiamo solo visto il principio di un qualcosa.
Mediatore: si, speriamo di andare più a fondo.
Federico/Anak: inoltre abbiamo "umanizzato" troppo il problema alieno, anche in rapporto alla Genesi, quando tutto si è sviluppato in ambiti e contesti molto diversi.
Mediatore: si.
Federico/Anak: infatti nelle prossime conferenze e nei prossimi studi che scriverò, voglio puntare su questo, voglio spiegare dove cavolo siamo nell'Universo, perché la gente non lo sa, non è informata.
Mediatore: si, solo che la Nuova Genesi è ancora tutta da scoprire…
Federico/Anak: non riesce a comprendere la reale natura e immensità di questo "gioco", infatti, è un avventura.
Mediatore: già…
Federico/Anak: tanti non sanno nulla della nostra galassia, chi lo sa crede sia immensa, e lo è, ma ci sono galassie 60 volte più grandi della nostra!
Mediatore: di cui sappiamo nulla.
Federico/Anak: esatto. Ci sono forze immense in gioco e tutto l'Universo, è una colossale rete di galassie e ammassi di galassie, di materia ed energia ben strutturata nello spazio. Da qui si capisce che chi ha creato tutto questo, sapeva cosa faceva perché la complessità è tale che devi farlo se ne sei capace ed hai coscienza di te… quindi non regge la storia di un Dio che crea tutto questo per capire chi è, lui sapeva già tutto sin dal principio!
Mediatore: si, solo che lo stiamo anche umanizzando troppo.
Federico/Anak: esatto, dobbiamo andare molto oltre, anche gli stessi Demiurghi sono troppo umanizzati, perché sono qualcosa di diverso.
Mediatore: si.
Federico/Anak: beh, vedremo cosa uscirà fuori… ARIJA HER MERE NALATA IMMIRJE NA, credo significhi in "volgare anakese" (non sapevo che avevano pure un dialetto!)… agire secondo la propria volontà.
Mediatore: volgare anakese?
Federico/Anak: si, non è la loro lingua corrente, è una variante, credo sia un volgare.
Mediatore: questa poi!
Federico/Anak: beh… non mi sorprenderebbe.
Mediatore: ma almeno potrebbe usare sempre la stessa lingua…
Federico/Anak: poi ovvio, io l'ho scritta "tradotta" con le nostre lettere, un po' come lo si fa con il giapponese, ma è ben diversa.
Mediatore: si.
Federico/Anak: vuoi chiedergli altro?
Mediatore: stasera vuol parlare?
Federico/Anak: credo di si...
Mediatore: domani sera non e' disponibile?
Federico/Anak: Perché?
Mediatore: mi sto preparando per una gran scalata domani.
Federico/Anak: ultimamente se non lo si prende quando si manifesta, risulta difficile stabilire quando vorrà parlare di nuovo, molto dipende anche da me se riesco o voglio… ultimamente mica lo "digerisco"…
Mediatore: capisco... lui vuol dirmi qualcosa?
Federico/Anak: ti rigira la stessa domanda...
Mediatore: c'è una certa ostilità verso di me?
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Anak Are Sh Mhwere: no, perché lo pensi?
Mediatore: sul fatto che non c'è stata più comunicazione diretta come parecchi mesi fa.
Anak Are Sh Mhwere: non poteva continuare con quel ritmo, le informazioni devono essere date nel giusto momento.
Mediatore: ok.
Anak Are Sh Mhwere: però mi sarei aspettato un agire diverso da parte tua e dagli altri.
Mediatore: cosa ti saresti aspettato?
Anak Are Sh Mhwere: ti faccio un esempio. Io spesso deludo Federico per ciò che vorrebbe, mentre al tempo stesso, lui delude me per le sue scelte. Però continuiamo ad andare avanti perseguendo uno stesso obbiettivo, sapendo che infine dovremo un giorno separarci quando lo avremo entrambi raggiunto. Vi avevo dato delle informazioni tempo fa, vero che sono accadute molte cose e altrettanto né succederanno, ma è in questi momenti che si dovrebbe dimostrare di cosa si è capaci, di quanto si è in grado imparare.
Mediatore: capisco... ma è come un periodo in cui sembrava tutto fermo, adesso mi sembra stiano ricominciando ad andare di nuovo verso il meglio le cose, qualche nuovo caso di studio, qualche nuova informazione, i nostri rapporti che stanno riprendendosi, e quindi anche la volontà.
Anak Are Sh Mhwere: abbiamo tutti subito dei forti attacchi, adesso le difese torneranno di nuovo a rafforzarsi, in questi attacchi molti non sono riusciti a reagire, coloro che invece l'hanno fatto, sono quelli che potranno andare avanti. Siete sempre sotto costante prova, da entrambe le fazioni e in questa continua lotta siete oggetto di studio da ambo i lati.
Mediatore: attacco da parte di chi, e qual è la reazione avuta?
Anak Are Sh Mhwere: lo sai da parte di chi ed erano prevedibili. Federico ancora oggi è sotto continuo attacco ma lentamente si sta riprendendo.
Mediatore: ok.
Anak Are Sh Mhwere: seppure mi sia stata tolta la vita quando ero giovane, sono un gigante, vecchio e stanco e il mio tempo sta per finire. La nostra missione si concluderà quando vi sarete risvegliati, se non lo farete, non ci sarà speranza alcuna.
Mediatore: come mai sta per finire?
Anak Are Sh Mhwere: perché è arrivato il vostro tempo.
Mediatore: ovvero?
Anak Are Sh Mhwere: il futuro sarà vostro, solo se lo deciderete, le sorti non sono state ancora decise e alla fazione nemica i piani stanno disgregandosi… ma tutto dipenderà dalle vostre capacità.
Mediatore: è stato così anche in altre vite passate, no? Cosa cambia proprio adesso?
Anak Are Sh Mhwere: rispetto alle epoche passate, ci sono più capacità e un diverso "tempo", tutto decade, all'epoca loro erano i più forti, oggi non è più così. Questo non è il più tempo degli Dei che vivono sulla Terra, la vostra presa di coscienza, seppure lenta, è andata avanti inesorabile e se anche verrete riportati indietro niente sarà come prima.
Mediatore: bene, gli ostili sono in decadimento dunque... ma era una cosa già prevista che avvenisse ora?
Anak Are Sh Mhwere: si.
Mediatore: da quanto era prevista?
Anak Are Sh Mhwere: da non molto, ma il tempo è relativo. Il nostro "non molto" sono qualche migliaio di anni dei vostri… se solo sapeste leggere tra le pieghe della storia vi sarebbe tutto più facile.
Mediatore: ok... non è che in un certo senso esista un accordo fra gli ostili e i positivi?
Anak Are Sh Mhwere: un accordo?
Mediatore: in un certo senso…
Anak Are Sh Mhwere: dipende che cosa intendi per accordo.
Mediatore: che ci sia un progetto finale e per far questo, sia stata prevista una loro ritirata?
Anak Are Sh Mhwere: il progetto finale è il perfezionamento dell'Uomo e il vostro è stato un incidente di percorso voluto da altri, l'obbiettivo finale è questo, ma siete subentrati anche voi, ma il perfezionamento andrà avanti comunque.
Mediatore: si.
Anak Are Sh Mhwere: e il loro progetto deve fallire, voi farete parte di quel fallimento, ma non sarà vano.
Mediatore: e agli ostili interessa anche il progetto sul perfezionamento dell'Uomo?
Anak Are Sh Mhwere: certo, ma è un perfezionamento inverso.
Mediatore: capisco, il vostro per renderci simili a voi e il loro per renderci simili a loro?
Anak Are Sh Mhwere: tutti i corpi decadono e muoiono, il perfezionamento sarà il risultato di un Corpo Umano Universale. Il loro è per la fusione e il controllo dell'energia animica, il "nostro" è per la liberazione totale per un corpo non più materico, ma in simbiosi con l'Universo intero.
Mediatore: capito.
Anak Are Sh Mhwere: ma sono cose che dovresti già sapere…
Mediatore: si. Il mio dubbio era se gli ostili in un certo senso lavorano senza saperlo anche per realizzare il vostro progetto.
Anak Are Sh Mhwere: no, sono due progetti diversi.
Mediatore: ok…
Anak Are Sh Mhwere: nel nostro non ci sono limiti o prigioni, ma la libertà assoluta, nel loro vige la schiavitù eterna.
Mediatore: e il vostro progetto entrerà nella fase cruciale nei prossimi anni?
Anak Are Sh Mhwere: è già iniziato… sai chi ha scritto questa frase? "Noi siamo fatti della stessa sostanza materiale di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è ruotante nel sonno."
Mediatore: si.
Anak Are Sh Mhwere: pensi che sia di Shakespeare quella frase, non è vero?
Mediatore: pensavo... invece arriva da qualcuno di voi?
Anak Are Sh Mhwere: vi abbiamo sommerso in tutti questi millenni di messaggi, ma quanti di voi l'hanno capito? Adesso siete in grado di farlo, ancora ne avete il tempo.
Mediatore: eh, poco purtroppo... e fino ad un anno fa non sapevamo nemmeno della vostra esistenza.
Anak Are Sh Mhwere: poco, poco... pensate sempre al tempo. Sono miliardi di anni che esistiamo, siamo morti tante volte, eppure siamo qua, credete che ci manchi il tempo? Credete che a voi ne mancherà? L'universo morirà tra miliardi di anni ancora, non sapete quanto TEMPO avete davanti a voi. Finirà la Terra, finirà il Sole, ma nessuno morirà mai. TEMPO! Basta pensare al tempo!
Mediatore: noi inteso come umani materiali, ne abbiamo poco di tempo.
Anak Are Sh Mhwere: TEMPO E MATERIA, questi sono i vostri limiti!
Mediatore: e poi, purtroppo, veniamo pure resettati e ci vengono cancellati i ricordi… e qual e' la soluzione, dato che nel tempo e materia ci viviamo?
Anak Are Sh Mhwere: molti saranno di nuovo perduti, le loro anime si spegneranno, di nuovi subentreranno, ognuno farà le sue scelte in libertà ed agirà di conseguenza. Chi sarà coraggioso di risvegliarsi avrà il privilegio di proseguire in questo straordinario cammino. Chi non vuole aprire gli occhi è giusto che muoia, non ci possiamo permettere di dare ascolto agli sciocchi, quando lo abbiamo fatto, hanno preso il sopravvento nell'Universo e creato ciò che tu sai… vogliamo ancora continuare?
Mediatore: no… e cosa dobbiamo fare ora?
Anak Are Sh Mhwere: tutto segue un ordine, più grande di noi, niente sfugge al SUO controllo, Egli ha pensato ad ogni variante… dovete andare oltre, superate ogni vostro limite.
Mediatore: il suo controllo? Come mai parli di Dio come se fosse un controllore?
Anak Are Sh Mhwere: Perché Dio ha creato quello stadio intermedio tra lui e il creato che è la Coscienza, e la coscienza è stata messa li per controllare.
Mediatore: la Coscienza non è dispersa in noi?
Anak Are Sh Mhwere: la Coscienza è tutta attorno a noi.
Mediatore: ok.
Anak Are Sh Mhwere: l'Universo è una finita e intricata rete cellulare di proporzioni colossali, ogni cellula è una galassia e tutte sono unite insieme, l'unione ne è la Coscienza.
Mediatore: finita? Come un cervello?
Anak Are Sh Mhwere: si, perché parte di una infinita unione di altre coscienze... l'insieme formano la MENTE di DIO, ma non DIO stesso… ma di questo ne riparleremo più avanti.
Mediatore: ok, sono concetti così enormi…
Anak Are Sh Mhwere: ancora è presto, almeno per Federico, deve ancora fare un determinato percorso prima di comprendere, anche se è arrivato a molte conoscenze in materia. Sai, per quanto ne possiamo sapere, alla fine il quesito insoluto rimane DIO stesso. Non sappiamo se sia "vivo" o "morto", non certamente come lo intendete voi, ma riteniamo che abbia creato tutto questo per perpetuarne la sua MEMORIA.
Mediatore: ah!
Anak Are Sh Mhwere: DIO, sembra si sia annichilito generando la vita e attraverso di esse ritornare a vivere, come un eterno ciclo di Vita e Morte, ma è ancora una ipotesi e che stiamo studiando da... miliardi di anni...
Mediatore: addirittura! E potrebbe esserci qualcosa di più alto livello oltre Dio?
Anak Are Sh Mhwere: forse, al momento non contempliamo questa possibilità.
Mediatore: e quale altra?
Anak Are Sh Mhwere: ma se me lo hai chiesto vuol dire che la tua Anima sa molte più cose di quanto tu non credi… ti ho sempre detto di imparare ad ascoltarla, no?
Mediatore: proprio Anima o Mente o il Super-Spirito Orionide?
Anak Are Sh Mhwere: ho parlato di altri per caso?
Mediatore: no, ma chiedevo per conferma…
Anak Are Sh Mhwere: ecco cosa mi fa arrabbiare di te, le tue conferme.
Mediatore: purtroppo tendo a non fidarmi troppo dei miei pensieri... e preferisco ricercare conferme...
(Federico): si sta staccando, fagli domande più dirette, non resterà ancora per molto.
Mediatore: ok. Allora… vorrei sapere cosa ne pensi dei Pleiadiani.
Anak Are Sh Mhwere: lo sai cosa penso di loro, quante volte devo ripeterlo?
Mediatore: mi sfugge la ragione a monte…
Anak Are Sh Mhwere: perché non la conosci e non la conosce nessuno di voi, nemmeno Federico e quando sarà il momento, ne verrete a conoscenza.
Mediatore: e quando lo sarà?
Anak Are Sh Mhwere: molto presto, sarà una delle prossime informazioni che vi darà Federico, una delle sue imminenti ricostruzioni.
Mediatore: ok.
Anak Are Sh Mhwere: non fraintendere, non sono negativi, sono... come dire... troppo "leggeri" e "faciloni" come direste voi, e questo può risultare nocivo a volte.
Mediatore: lavorano per il vostro stesso fine comunque?
Anak Are Sh Mhwere: si, ma li teniamo un po' in disparte, hanno combinato troppi danni e non possiamo sempre arginarli, è una civiltà molto giovane e ancora ingenua.
Mediatore: che danni hanno combinato ad esempio?
Anak Are Sh Mhwere: non ora.
Mediatore: e come mai sto avendo sempre più contatti con persone pleiadiane?
Anak Are Sh Mhwere: sono loro che ti stanno cercando, sono curiosi e la tua anima sa molte informazioni.
Mediatore: strano…
Anak Are Sh Mhwere: per niente, tu ignori ancora molte cose.
Mediatore: eh......
Anak Are Sh Mhwere: domani quale montagna scalerai?
Mediatore: Bessanese... come mai questa domanda?
Anak Are Sh Mhwere: su Venere vi erano montagne straordinarie, niente in confronto alle vostre, ti sarebbero piaciute.
Mediatore: sicuramente...
Anak Are Sh Mhwere: non avevamo bisogno di scalarle, potevamo arrivare alle loro cime volando.
Mediatore: ma scalarle è più divertente, forse…
Anak Are Sh Mhwere: è in quei momenti che puoi comprendere la MENTE di DIO, riflettici domani quando sarai lassù.
Mediatore: ok.
Anak Are Sh Mhwere: trova la sua MENTE, perché sarà attorno a te.
Mediatore: ci proverò,
Anak Are Sh Mhwere: e se non riesci, sforzati finché non la vedrai.
Mediatore: fosse facile…
Anak Are Sh Mhwere: seppure di un pianeta e di un epoca diversa, siamo umani e non molto dissimili da voi, anche noi "scalavamo" le nostre montagne… non immaginate quanto possiamo avere in comune.
Mediatore: il vostro pianeta, però, non era materiale come oggi, vero?
Anak Are Sh Mhwere: certo che era materiale!
Mediatore: ah.
Anak Are Sh Mhwere: ma il suo essere vicino al Sole lo rendeva anche pieno di tanta vita immateriale, anche la Terra ne è piena, ma in quantità minore.
Mediatore: e voi siete stati una via di mezzo tra il materiale e l'immateriale?
Anak Are Sh Mhwere: bravo, vedo che cominci a comprendere… il Sole, non avete ancora compreso che cosa sia il Sole...
Mediatore: rivelacelo…
Anak Are Sh Mhwere: non ora.
Mediatore: mmm…
Anak Are Sh Mhwere: e poi domani devi andare a trovare la MENTE, non sei in ritardo?
Mediatore: si, ma per queste informazioni non importa… eheh…
Anak Are Sh Mhwere: all'inizio non eri di questo avviso, dato che volevi rimandare.
Mediatore: vero...
Anak Are Sh Mhwere: quindi, per stasera ti ho detto anche abbastanza.
Mediatore: ma non sapevo dove andava a parare il discorso.
Anak Are Sh Mhwere: ma io si…
Mediatore: ultima cosa, i pleiadiani come stanno ottenendo informazioni dalla mia Anima?
Anak Are Sh Mhwere: attraverso l'Akasha, è una delle loro doti.
Mediatore: ma che bisogno hanno di venire in contatto fisico con me?
Anak Are Sh Mhwere: la prossima volta che li incontri, chiediglielo.
Mediatore: comunque sono tutte brave persone…
Anak Are Sh Mhwere: magari ti diranno una bugia, ma sarà un inizio.
Mediatore: glielo chiedo appena ci sarà l'occasione.
Anak Are Sh Mhwere: si, sono bravi, ma dei gran confusionari e non dare mai ascolto alle prime cose che ti raccontano. Devi arrivarci per gradi mettendo insieme tutti i pezzi... disseminano la verità in mezzo a tanta menzogna.
Mediatore: come mai loro non vogliono parlare di voi?
Anak Are Sh Mhwere: perché conoscono la nostra ira quando sgarrano.
Mediatore: ah.
Anak Are Sh Mhwere: nel Cosmo vige l'ordine e la disciplina se non l'hai ancora compreso…
Mediatore: e sembra quasi che vi considerano negativi…
Anak Are Sh Mhwere: per questo le anime sono seguite dagli spiriti. Lo Spirito è la legge che regola l'anarchia animica nell’Universo.
Mediatore: si.
Anak Are Sh Mhwere: per i pleiadiani, sono tutti negativi se non la pensano come loro.
Mediatore: ah... e cosa ci guadagnano dal raccontare anche menzogne?
Anak Are Sh Mhwere: molte cose…
Mediatore: tipo?
Anak Are Sh Mhwere: il depistaggio è sempre stata un arma vincente, guarda cosa fanno gli Adam nemici o le altre civiltà aliene, raccontano menzogne e da milioni di anni con buoni risultati.
Mediatore: si.
Anak Are Sh Mhwere: loro lo fanno per sopravvivenza e tornaconto pleiadiano, perché hanno fame di sapere… vogliono tutto e subito, non funziona così.
Mediatore: però alla fine non sono ostili.
Anak Are Sh Mhwere: no, non lo sono.
Mediatore: capito.
Anak Are Sh Mhwere: REH NEPREH KEH - La Mente di Dio.
Mediatore: la vostra lingua ricorda in qualche modo l'indiano antico o sbaglio?
Anak Are Sh Mhwere: casomai sono le vostre lingue che derivano in buona parte dalla nostra…
Mediatore: si, vero... cosa c'è in Himalaya che può interessare al mio Spirito Orionide?
Anak Are Sh Mhwere: forse è lui che dovrai incontrare laggiù.
Mediatore: incontrare?
Anak Are Sh Mhwere: si.
Mediatore: come si fa ad incontrare uno Spirito?
Anak Are Sh Mhwere: altro che se lo si incontra, ma ci sono alcune zone della Terra dove è possibile.
Mediatore: e come?
Anak Are Sh Mhwere: tu dimentichi che il pianeta è percorso continuamente da energia e alcune zone sono più "cariche" di altre.
Mediatore: si.
Anak Are Sh Mhwere: luoghi dove se ne concentra talmente tanta da permettere di poter vedere cosa non è possibile vedere e l'Himalaya è uno di questi luoghi, come lo è anche l'Australia, l’Africa, l'Antartide o il sud America.
Mediatore: come se uno Spirito si materializzasse e può avvenire una comunicazione?
Anak Are Sh Mhwere: si, ma diretta e senza bisogno di intermediari.
Mediatore: forte...
Anak Are Sh Mhwere: il Sole... quanti miracoli è in grado di fare.
Mediatore: capisco…
Anak Are Sh Mhwere: anche noi possiamo "materializzarci".
Mediatore: e con Federico lo farai?
Anak Are Sh Mhwere: sarà molto difficile che accada, ma vediamo se scopri in quale parte della Terra è possibile…
Mediatore: Russia?
Anak Are Sh Mhwere: no.
Mediatore: nel Mali dove ci sono i Dogon?
Anak Are Sh Mhwere: devi scendere più a sud…
Mediatore: sud Africa?
Anak Are Sh Mhwere: più giù…
Mediatore: Antartide?
Anak Are Sh Mhwere: si… e la non credo che Federico vi andrà mai… almeno in questa vita.
Mediatore: immagino.
Anak Are Sh Mhwere: ma sull'Antartide vi daremo altre informazioni molto presto.
Mediatore: interessante...
Anak Are Sh Mhwere: sapete dove si trova Lilith, presto vi diremo cosa si trova anche in Antartide, nascosto sotto km di ghiaccio.
Mediatore: un qualcosa di negativo?
Anak Are Sh Mhwere: no, assolutamente.
Mediatore: bene... sono curioso di saperlo...
Anak Are Sh Mhwere: potresti arrivarci anche da solo a capirlo, adesso…
Mediatore: il tuo ex Corpo?!?
Anak Are Sh Mhwere: bravo, ma non è il mio Corpo, anche se era uno dei nostri. Per fare voi hanno avuto bisogno di un primo corpo...
Mediatore: il corpo maschile…
Anak Are Sh Mhwere: si.
Mediatore: ma Lilith e queste sono cose fisiche materiali?
Anak Are Sh Mhwere: si, decisamente materiali.
Mediatore: e non è pericoloso divulgare queste informazioni?
Anak Are Sh Mhwere: non piu’.
Mediatore: come mai?
Anak Are Sh Mhwere: perché quel Corpo dovrà essere liberato.
Mediatore: a che scopo?
Anak Are Sh Mhwere: secondo te?
Mediatore: generare la nuova umanità?
Anak Are Sh Mhwere: impari in fretta… ma per stasera può bastare.
Mediatore: va bene, ma un ultimissima cosa, solo una… ma c'è un punto particolare preciso dell'Himalaya e degli altri luoghi?
Anak Are Sh Mhwere: si.
Mediatore: e me lo puoi dire?
Anak Are Sh Mhwere: no, è il tuo percorso se lo vorrai fare, devi scoprirlo da solo.
Mediatore: immaginavo.
Anak Are Sh Mhwere: a te la scelta, libero anche di non andarci.
Mediatore: certo, ma sarebbe un peccato…
Anak Are Sh Mhwere: decidi tu.
Mediatore: si…
Anak Are Sh Mhwere: ora vado… NAGA BHE.
Mediatore: cosa significa?
.
Federico: credo ti abbia salutato.
Mediatore: immaginavo.
Federico: così ora sappiamo come salutano.
Mediatore: già… :)
.
Con questo saluto, NAGA BHE, si conclude il primo ciclo dei “Dialoghi con Anak”, ben undici testi che racchiudono un arco di tempo compreso tra il Luglio 2010 e l’Agosto 2011, un anno di contatti diretti o indiretti con questa entità che ha segnato un mio insperato percorso di liberazione, legata ad una presa di Coscienza senza precedenti e che mai avrei immaginato. Per certo, so che questo confronto e cammino insieme ad Anak, proseguirà anche nei prossimi mesi e per tutto il 2012, ma entrambi sappiamo che una volta raggiunti gli obbiettivi che ci siamo prefissati nelle nostre rispettive missioni, questa simbiosi si concluderà e ci separeremo. Ciò avverrà quando i gioghi di questa prigione saranno spezzati e la mia Anima, ma soprattutto il mio Essere, saranno liberi di ritornare a vagare nell’Universo. Nel frattempo avremo ancora tempo e modo di conoscere ulteriormente Anak e questo avverrà dal gennaio 2012, quando saranno pubblicati i nuovi Dialoghi, attualmente in fase di studio e preparazione. Prossimamente sarà pubblicato anche un libro, leggibile gratuitamente in pdf, dove verrà raccolto questo primo ciclo.