domenica 4 settembre 2011

La Cronaca di Akakor - parte II - di Maurizio Rucco

(disegno di Erika Ajovalasit)
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La Cronaca di Akakor comincia nell'ora Zero, quando gli Dei ci abbandonarono. A quei tempi Ina, il primo principe degli Ugha Mongulala, decise di far mettere per iscritto tutti gli avvenimenti della vita della nostra gente, “con chiara scrittura ed in buona lingua”. I Primi Maestri arrivarono nel 13.000 A.C. Secondo la cronologia dei bianchi, apparvero all'improvviso nel cielo brillanti navi d'oro, e ci rimasero fino al 10.481 A.C. anno della loro partenza. Gli stranieri ci dissero che la loro patria si chiamava Schwerta, un mondo lontano nelle profondità del cosmo: un immenso impero, formato da mondi numerosi come i granelli di polvere di una strada. Ogni 6.000 anni i due mondi, il nostro ed il loro, si incontrano. Vennero sulla Terra 130 famiglie, e ci riconobbero come fratelli. Divisero ogni frutto della terra, ci insegnarono le loro leggi, anche se gli uomini facevano resistenza come bimbi ostinati. Per questo loro amore verso di noi, per quello che dovettero sopportare per colpa degli uomini, pazientemente e senza stancarsi per insegnarci, noi li veneriamo come i nostri portatori di luce. I nostri artigiani riprodussero i signori di Schwerta: corpo esile, simili agli uomini, tratti del viso molto delicati, pelle bianca capelli neri con riflessi blu, gli uomini portavano una folta barba, ed erano fatti di carne come noi; ma avevano un segno divino, 6 dita alle mani ed ai piedi. Tra tutti i popoli gli Dei, scelsero delle famiglie elette, ed ammesse a vivere con loro, ad essere servitori ed alleati, e ad essi insegnarono il loro testamento; essi sono gli Ugha Mongulala, ossia la “tribù degli alleati eletti” nella lingua dei bianchi. E noi siamo come loro, alti, occhi a mandorla, naso aquilino, folta capigliatura nero-blu, ma noi abbiamo solo 5 dita. Gli Dei, tracciarono canali, strade, seminarono piante nuove, allevarono animali. Akakor la capitale, fu edificata 14.000 anni fa dai nostri antenati, sotto la guida dei Maestri; aka significa fortezza, kor il numero 2. Akanis, la numero uno si trovava in Messico, ed Akakim la numero 3 venne edificata circa 7.000 anni dopo. Akakor si trovava in una valle dell'altopiano sulle montagna alla frontiera di Brasile e Peru; per tre quarti era protetta da roccia, sul quarto verso est, si apriva una vasta pianura, che declinava dolcemente verso la giungla della foresta. Tutta la città era circondata da un muro di pietre, nel quale si aprivano 13 porte molto strette. La pianta di Akakor era rettangolare, due strade principali s'incrociavano e dividevano la città in 4 parti, al centro vi era un tempio rivolto ad est. Altre città vengono nominate nella Cronaca: Humbaya e Patite in Bolivia, Emin e Cadira in Venezuela. Tutte queste vennero distrutte 13 anni dopo la partenza degli Dei, da un immane catastrofe. I nostri antichi padri costruirono altre tre città: Salazare, Tiahuanaco, e Manoa, queste furono le residenze terrene dei Primi Maestri e zone proibite. In ognuna di esse si ergeva una grande piramide a gradini, con una larga scala, ed in cima una piattaforma, dove gli Dei celebravano riti a noi sconosciuti. Con i miei occhi ho visto solo Salazare: dista 8 giorni da Manaus sul grande fiume, e tutti i palazzi e templi sono coperti dalla vegetazione. Esiste una tribù che vive prevalentemente sugli alberi che uccide chiunque vi si avvicini, io potei avvicinarmi essendo la mia tribù anticamente legata alla loro. Queste città sono un mistero: testimoniano una scienza ed un sapere superiori, del tutto incomprensibile all'uomo d'oggi. Per gli Dei le piramidi erano abitazioni e simboli della vita e della morte, del sole della luce e della vita. I Primi Maestri ci hanno insegnato che esiste un “luogo spazio” tra la vita e la morte, tra la vita ed il nulla, che appartiene ad un'altra dimensione. Per loro le piramidi erano un mezzo per raggiungere la seconda vita. Ora Akakor è distrutta secondo mio ordine, approvato dal Consiglio Supremo, e dai sacerdoti; era troppo visibile per i bianchi barbari. Così abbiamo rinunciato alla nostra capitale per rifugiarci nell'ultimo regalo fattoci dagli Dei, 13 città sotterranee nascoste sotto le Ande. Sono disposte a formare una costellazione. Akakor, la principale, è la copia della città distrutta da noi; vi sono gallerie larghe come 5 persone allineate, che collegano le città, Budu, Kisch, Boda, Gudi, Tanum, Sanga, Riono, Kos, Aman, Tat e Sikon, tutte illuminate con luce artificiale tranne Mu, la più piccola delle 13, che possiede condotti fino alla superficie, che convogliano la luce naturale ad un enorme specchio, con la funzione di spargere la luce del sole ovunque. Tutte le città hanno acqua corrente che sgorga dalle montagne, con piccole canalizzazioni che provvedono a rifornire ogni singola abitazione. L'aria per respirare esce dalle pareti. Le entrate in superficie sono nascoste accuratamente, chiudibili accuratamente con portali in pietra, in caso di pericolo. Nessuno sa nulla sulla edificazione di queste dimore sotterranee. Esse hanno resistito per migliaia d'anni, all'attacco di tribù selvagge e all'avanzare dei barbari bianchi, che risalivano il Grande Fiume in numero infinito, come formiche. Secondo le profezie dei nostri sacerdoti alla fine scopriranno Akakor, e li troveranno la loro immagine. Allora il cerchio si chiuderà. Così è scritto: “Da Akakor regnarono gli Dei. Regnarono sugli uomini e sulla Terra. Avevano navi che solcavano il cielo più veloci degli uccelli. Avevano pietre magiche per guardare in lontananza. Si potevano vedere città, fiumi, colline, laghi. Tutto quanto accadeva sulla Terra e nel Cielo, poteva essere visto in quelle pietre. Ma la cosa più meravigliosa erano le abitazioni sotterranee, e gli Dei le consegnarono ai loro servitori eletti come ultimo testamento, perché i Primi Maestri sono del loro medesimo sangue e del medesimo padre.

Articolo di Maurizio Rucco.

1 commento:

  1. si sa altro sulla razza che aveva 6 dita? e poi mi ricordo che il particolare del naso aquilino è già stato riportato da qualche addotto..

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